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venerdì 30 gennaio 2015

Cuba vuole indietro Guantanamo, per gli Usa è no.






Gli sforzi per rinsaldare il legame tra Stati Uniti e Cuba non arriveranno fino alla restituzione della baia di Guantanamo. Lo assicura la Casa Bianca, in seguito alle condizioni dettate dal presidente cubano Raul Castro: la fine dell’embargo in atto dal 1961 e la restituzione dell’enclave americana sotto il controllo di Washington dal 1903. così ha risposto il portavoce della Casa bianca, Josh Earnest: “E’ chiaro che ci sono ancora una serie di punti di disaccordo tra gli Stati Uniti e Cuba, e più direttamente tra il governo degli Stati Uniti e i suoi valori, e il governo cubano e i valori che così spesso non è riuscito a definire. Abbiamo ancora una serie di preoccupazioni per il modo in cui il regime di Castro tratta i dissidenti politici, per il modo in cui tratta gli individui che cercano di esprimere il loro punto di vista liberamente. Perfino per il modo in cui vengono trattati alcuni giornalisti”.



Sono ancora tante dunque le questioni in sospeso tra Cuba e gli Stati Uniti prima di arrivare alla ricostruzione dei rapporti.Raul Castro ha ribadito che Cuba non accetterà pressioni sulle sue questioni interne o per un cambiamento del sistema socialista sull’isola. L’Avana è disposta a negoziare ma solo a condizione di un dialogo fra uguali, ha aggiunto il presidente cubano.

giovedì 29 gennaio 2015

Ogni giorno a Cuba


Un reportage fotografico dall'Avana e dintorni: mercati, vita quotidiana, studenti in divisa e le villette color pastello del Vedado

Un reportage fotografico dall'Avana e dintorni: mercati, vita quotidiana, studenti in divisa e le villette color pastello del Vedado
28 gennaio 2015


Il fotografo statunitense Chip Somodevilla di Getty Images si trova da settimane a Cuba per raccontare la vita quotidiana del paese dopo la ripresa dei rapporti con gli Stati Uniti, annunciatada Barack Obama lo scorso dicembre. Le fotografie, scattate soprattutto all’Avana e dintorni, mostrano le villette dai colori pastello del quartiere residenziale del Vedado, i ragazzini in strada con l’uniforme scolastica, le onnipresenti automobili degli anni Cinquanta e i ballerini di tango nel Paseo del Prado, la via centrale ed elegante della capitale. Raccontano anche i piccoli cambiamenti economici degli ultimi anni, che hanno visto una graduale liberalizzazione, e i modi ingegnosi delle persone per mettere insieme qualche soldo: ci sono i ragazzi che si aggirano tra i siti di costruzione governativi e procurano cemento e altri materiali in cambio di soldi; una ragazza che offre caffè caldo in un mercato all’ingrosso; il carissimo mercato Agropecuario del Vedado, dove negozianti indipendenti vendono frutta, verdura, carne, limonata e altri beni difficili da trovare ma a prezzi inaccessibili per la gente comune, e un uomo che dopo aver fatto il poliziotto per 14 anni ha deciso di occuparsi di una piccola ma più redditizia fattoria.

Per vedere le 36 foto seguire questo link.




Navigazione marittima e aerea sull'Avana


La compagnia spagnola di bandiera Iberia,
 ha annunciato che dal 1­­° giugno prossimo riannoderà i voli da Madrid per l'Avana. La frequenza sarà di cinque voli settimanali. In precedenza era giornaliera ed i voli erano sempre pieni...Nel frattempo ha ricominciato ad operare su Santo Domingo. La sospensione dei voli su una tratta che non era certo un "ramo secco" era stata accolta con grande sorpresa: Iberia non aveva mai smesso di volare a Cuba nemmeno ai tempi del dittatore Francisco Franco che aveva risposto alle pressioni degli Stati Uniti dicendo che "Cuba era un affare di famiglia".

Sempre nel campo aeronautico c'è una nuova "via" per e da Miami all'Avana: si tratta di un volo settimanale (il martedì) che raggiunge Freeport (Bahamas) con Cubana de Aviación e prosegue per Miami con la compagnia charter nordamericana Swift Air. Per i mesi di gennaio e febbraio la LatitudCuba (latitudcuba@mtc.co.cu) ha un'offerta promozionale al costo di 399 CUC per andata e ritorno valida 85 giorni.



Nel frattempo si spera in un'apertura del traffico marittimo con gli Stati Uniti, ancora vietato dalla legge sull'embargo degli USA e rafforzato dalla cosiddetta Helms/Burton dai nomi dei senatori che l'hanno proposta e fatta approvare.
 Purtroppo si prevedono tempi molto lunghi dal momento che non sarebbe nelle prerogative del Presidente farla abrogare, ammesso che lo desiderasse. Intanto giungono alcune navi di altre nazionalità che non possono toccare porti statunitensi nei successivi 180 giorni dal loro attracco a Cuba.

mercoledì 28 gennaio 2015

Usa-Cuba, i primi passi del disgelo







 “Obama should end the Embargo on Cuba” esortava l’influente New York Times in un editoriale dello scorso 17 ottobre.

Poche settimane dopo, il Presidente Barack Obama e Raúl Castro Ruz, presidente del Consiglio di Stato e dei ministri, annunciavano la ripresa delle relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e Cuba.

Un lungo articolo pubblicato pochi giorni fa sul Granma ha reso conto dell’avvio delle negoziazioni a L’Avana tra le delegazioni dei due paesi: “Inizia un nuovo capitolo” enfatizzava l’organo di informazione del Partito comunista cubano.

Due donne a guidare le folte rappresentanze diplomatiche, l’americana Roberta Jacobson, nella veste di vice segretaria di Stato per gli affari dell’emisfero occidentale, e la cubana Josefina Vidal Ferreiro, alta funzionaria del Ministero degli affari esteri. Due donne chiamate a dare avvio al “disgelo” dell’ultimo blocco espressione della “guerra fredda”.

Per normalizzare i rapporti bilaterali tra paesi divisi da un sottile braccio di mare ma da una visione opposta dell’economia e della politica, occorre partire da piccoli passaggi burocratici: dichiarare la cessazione dei trattati che istituivano, in assenza di rappresentanze diplomatiche ufficiali, gli “uffici di interesse”, presidi con funzioni consolari impiantati sotto la protezione della Svizzera, paese che dal 1961 rappresenta gli interessi americani a Cuba e dal 1991 quelli dell’isola caraibica negli Usa. Dichiarare, quindi, la volontà di riattivare le ambasciate nei rispettivi paesi richiamando i principi espressi nella Carta delle Nazioni Unite e nella Convenzione di Vienna sulle Relazioni diplomatiche e consolari.

L’agenda politica, al di là degli aspetti amministrativi, prevede la cooperazione nei campi più vari: sicurezza dello spazio aereo, scambio di dati su monitoraggi sismici, sulle aree marine protette, sulle emergenze epidemiologiche, l’Ebola fra tutte.

E ancora il settore delle comunicazioni: il passo programmato è l’elaborazione di un piano-pilota per ripristinare servizi di corrispondenza postale, cui farà seguito la già annunciata autorizzazione cubana in favore delle multinazionali americane delle telecomunicazioni per valutare possibilità di business nell’isola.

Due le garanzie chieste da Cuba: cancellazione da parte del Dipartimento di Stato americano dalla lista dei paesi che appoggiano il terrorismo, l’isola fu inserita nell’elenco dei “paesi canaglia” nel 1982 in seguito ad un timido appoggio a movimenti ribelli latinoamericani. Rispetto della sovranità e dell’autodeterminazione dell’isola.

“Spetta ai cubani decidere del loro futuro” ha rassicurato Roberta Jacobson in una visita alla redazione di “14ymedio”, il portale diretto dalla dissidente Yoani Sánchez.


Tra due settimane il prossimo vertice diplomatico.

martedì 27 gennaio 2015

Spionaggio alla vigilia dei colloqui bilaterali


Cuba, la nave spia russa   che allarma Washington









La Viktor Leonov nel porto dell’Avana: ha un equipaggio di 200 marinai, è specializzata nell’attività di spionaggio, raccolta dati e missioni «speciali»
di Guido Olimpio
La nave per l’intelligence russa Viktor Leonov all’Avana (Foto Afp) La nave per l’intelligence russa Viktor Leonov all’Avana (Foto Afp) shadow
WASHINGTON - Una visita non annunciata in modo ufficiale. Una presenza comunque significativa perché avviene alla vigilia degli storici colloqui tra americani e cubani. Martedì è apparsa all’ancora nel porto de l’Avana la nave per l’intelligence russa Viktor Leonov. L’unità, che ha un equipaggio di circa 200 marinai, è specializzata nell’attività di spionaggio, raccolta dati e missioni «speciali».

Vicino alle acque Usa

Non è certo la prima volta che la Leonov visita Cuba. La Marina russa l’ha più volte schierata in questo quadrante nel corso di operazioni nei Caraibi ma anche vicino alle acque statunitensi. Lo scorso anno, almeno in due occasioni (febbraio e marzo), la nave ha fatto scalo sull’isola. Un portavoce del Pentagono, invitato a commentare la presenza, l’ha liquidata con poche parole: «Nulla di anormale, routine».


Segnale dal Cremlino
È chiaro che la sosta in concomitanza con il negoziato Usa-Cuba non è una semplice coincidenza, ma è un segnale di Mosca per ribadire il suo interesse strategico nello scacchiere. Di recente il comando della Marina russa ha annunciato un programma per ampliare pattugliamenti e missioni usando i punti di appoggio in paesi amici. Si è parlato ovviamente di Cuba e del Venezuela.

Al largo della Florida
Nel 2014, gli Usa hanno seguito con attenzione le mosse della Leonov, ma anche di un rimorchiatore d’altura legato alla flotta militare, il Nikolai Chiker, in grado di condurre interventi subacquei. Quest’ultimo battello è stato notato più volte nelle vicinanze di basi dei sottomarini Usa sulla costa atlantica e davanti al centro spaziale di Cape Canaveral, in Florida. Si è ipotizzato che abbia condotto «ricerche» o assistito uno dei sommergibili nucleari russi che di solito incrociano nel settore.
Alcuni osservatori non escludono, infine, che la Vikotor Leonov abbia seguito le recenti esercitazioni navali americane Comptuex condotte dalla portaerei Roosevelt con il Carrier Strike Group.



Cuba, Fidel torna e parla del disgelo con gli USA


 “Ok a soluzioni pacifiche, ma non mi fido di loro” Fidel

 Dopo mesi di silenzio: «Raul ha fatto passi pertinenti» sulla base delle sue «prerogative»





27/01/2015
«Non ho fiducia nella politica degli Stati Uniti e non ho scambiato una parola con loro»: lo afferma in una lettera Fidel Castro, precisando che il presidente Raul «ha fatto passi pertinenti» sulla base delle sue «prerogative e facoltà», assegnategli dal parlamento e dal Partito comunista di Cuba.

«Non ho fiducia nella politica degli Usa e non ho scambiato una parola con loro», ma ciò non implica «un rifiuto ad una soluzione pacifica dei conflitti», afferma l’ex presidente in una lettera indirizzata alla Federazione studentesca universitaria, testo pubblicato sul quotidiano del Pc “Granma” e letto dalla tv.

«Difenderemo sempre la cooperazione e l’amicizia con tutti i popoli del mondo, tra questi i nostri avversari politici», aggiunge l’ex “lider maximo” cubano, finora completamente assente dopo la storica svolta annunciata lo scorso 17 dicembre nei rapporti tra Washington e L’Avana.

«Ogni soluzione pacifica e negoziata tra gli Usa e i popoli dell’America Latina che non implichi la forza o l’impiego della forza deve essere trattato - aggiunge Fidel - con i principi e le normative internazionali». 


Terminata la prima fase dei colloqui



Anche la seconda giornata, ultima in questa prima fase, di colloqui tra le due delegazioni non ha portato grosse novità rispetto ai contatti preesistenti. La notizia più importante è la conferma della volontà di entrambi i Paesi di ristabilire le relazioni diplomatiche e quindi dovranno sedersi nuovamente, in data da stabilire, per esaminare gli aspetti relativi anche se il puro fatto di aprire le Ambasciate non comporta particolari difficoltà tecniche o logistiche. Il tutto però comporta un cammino politico un po' più lungo. Nel frattempo, il Segretario di Stato John Kerry ha annunciato la sua disponibilità per viaggiare, presto, a Cuba "appena si saranno create le condizioni".

Iniziate le conversazioni bilaterali Cuba.USA




È iniziata ieri la prima delle due giornate di conversazione ad alto livello tra le rappresentazioni cubana e statunitense. Il primo tema affrontato è stato quello migratorio che peraltro, non ha apportato nessuna novità rispetto a quanto già in vigore.
Il tema più delicato e urgente da risolvere, secondo le aspettative cubane, sarebbe quello della cosiddetta “Ley de ajuste cubana” che permette ai cubani, giunti negli Stati Uniti illegalmente, un trattamento diverso rispetto ai cittadini di qualunque altra parte del mondo: immediato diritto di asilo, residenza dopo un anno, e aiuti economici e sociali. Indubbiamente questi benefici sono un incentivo all’emigrazione clandestina, spesso effettuata in condizioni di sicurezza estremamente precaria, o nulla.
Un effetto secondario di questa legge dice che hanno questi diritti i cittadini cubani che calpestano il suolo degli Stati Uniti, non quelli riscattati in mare e per assurdo, sulla battigia, ma non ancora giunti a terra. Questa particolarità che non è legge, in se, ma appunto un’interpretazione della Ley de ajuste viene detta: “de los piés secos y piés mojados” ovvero “piedi asciutti o piedi bagnati”. Secondo il punto di vista cubano, nemmeno questo aspetto viene sempre rispettato, in quanto si verificherebbero casi in cui persone riscattate in mare verrebbero ammesse in territorio nordamericano.
A questo proposito, al termine della riunione, il Sottosegretario Aggiunto per gli Affari dell’Emisfero Occidentale del Dipartimento di Stato degli U.S.A. Edward Alex Lee capo della delegazione, ha dichiarato in conferenza stampa che il suo Governo “non ha nessuna intenzione di abolire la Ley de ajuste cubana" (e di conseguenza l’appendice riguardante piès secos y piés mojados).
Insoddisfatta, naturalmente, Josefina Vidal Ferreiro, Direttrice Generale del Dipartimento Estados Unidos del Ministero degli Esteri di Cuba che comunque auspica un proseguimento delle conversazioni sul tema, magari in un quadro più ampio delle trattative sui temi bilaterali riguardanti, in primo luogo, il ristabilimento formale delle relazioni diplomatiche e gli altri problemi rimasti aperti da oltre 50 anni, sui quali si apre oggi la seconda giornata di consultazioni.
Per adesso, usando il gergo calcistico...0 a 0, palla al centro.





Nuovo passo verso la riunificazione monetaria



Sono in arrivo le nuove banconote di grosso taglio. Un ulteriore passo verso l’unificazione monetaria. Per chi non sapesse l’origine di questa doppia circolazione, farò una succinta storia. Nei primi  anni ’90 Il Governo decise di legalizzare il possesso e l’uso della valuta straniera da parte dei cittadini cubani o residenti stranieri in forma permanente, per i quali ne era proibito l’uso e il possesso. Una misura necessaria per vivacizzare un’economia, già povera, penalizzata ancora di più dal cosiddetto “periodo especial de guerra, en tiempo de paz”, proclamato da Fidel Castro. Questa misura allargò la possibilità di commercio grazie alle rimesse dall’estero e altre entrate legali...o no. Si creò però un problema dato dalla circolazione di tanta valuta pregiata che non si sapeva bene che fine facesse nella sua totalità...Inoltre gli acquisti dovevano essere effettuati in USD e quindi chi non li portasse da altri Paesi doveva cambiare la propria valuta in quella statunitense. Per questo vennero create le cosiddette CADECA, ovvero Casas de Cambio. Per riordinare questo flusso, siccome il Peso Cubano (CUP) non era convertibile, non aveva sufficiente potere di acquisto e non c'era sufficiente riserva circolante di dollari per cambiare le altre divise, si “inventò” il Peso Cubano Convertibile (CUC) che faceva confluire alle casse dello Stato ogni tipo di valuta e consentiva, nei luoghi preposti, l’acquisto di generi di importazione o comunque "pregiati" con un solo tipo di moneta in sostituzione del dollaro.
Se questa manovra ha, in certo modo semplificato il problema del circolante, non ha risolto quello del potere d’acquisto legato alle retribuzioni. Ora, in un Paese in gravi difficoltà economiche mi sembra giusto applicare prezzi adeguati alle merci d’importazione ed esportare a prezzi ragionevolmente competitivi, ma sul mercato interno non mi sembra giusto che vuoi in CUC, CUP o qualunque altra moneta si voglia, i prodotti nazionali che hanno sicuramente un valore aggiunto molto più basso di quelli importati vengano equiparati, nelle apposite rivendite, a quelli di importazione. Questo non risolve sicuramente il problema del potere di acquisto, nemmeno rialzando di qualche punto il livello medio delle retribuzioni. Certamente lo stato perderebbe, inizialmente, grosse fette di entrata che però verrebbero compensate a medio termine con un’economia più vivace e maggior circolazione di contante e livelli contributivi dati dal crescente lavoro privato.


Vedremo cosa succederà realmente al momento dell’annuncio ufficiale sulla riunificazione monetaria, certo le premesse date dai biglietti di grosso taglio non è incoraggiante.

martedì 20 gennaio 2015

Entrano in vigore da oggi le nuove misure degli Stati Uniti rispetto a Cuba Si mantiene il blocco economico, commerciale e finanziario.




Il Governo degli Stati Uniti ha annunciato che a partire da oggi, venerdì 16 gennaio, entrano in vigore le misure annunciate dal presidente Barack Obama lo scorso 17  dicembre del 2014, che eliminano alcune restrizioni al commercio e ai viaggi di certe categorie di statunitensi a Cuba.
Una lettura preliminare delle regole emesse dal Dipartimento del Tesoro e del Commercio, indicano che queste regole modificano l’applicazione di alcuni aspetti del blocco contro Cuba.
Anche se non si elimina la proibizione totale di viaggiare a Cuba che richiede l’approvazione del Congresso, sono state eliminate alcune restrizioni per i viaggi dei cittadini statunitensi e residenti permanenti in questo paese che rientrano nelle 12 categorie autorizzate.
Tra l’altro questo elimina i limiti delle spese che i viaggiatori degli USA possono realizzare inCuba e permette di usare carte di credito e di debito, autorizzando le linee aeree e le agenzie di viaggi a organizzare e contrattare servizi di compagnie di assicurazioni. Indubbiamente non è stato approvato che gli statunitensi viaggino a Cuba per via marittima. Tra le misure annunciata c’è che il limite delle rimesse aumenterà da 500 a 2000 dollari trimestrali.
Si mantengono le restrizioni alle esportazioni degli Stati Uniti a Cuba e soprattutto dei prodotti di alta tecnologia, con eccezione delle vendite limitate di materiali per la costruzione, strumenti e implementi agricoli, che le persone singole potranno realizzare apparentemente attraverso le imprese cubane.
Sono sempre proibite le esportazioni dei prodotti cubani nel mercato degli USA, eccetto un limitato numero che i vistanti nordamericani potranno portare con sè di ritorno nel paese per un valore che non superi i 400 dollari, tra i quali 100 in sigari e rum.
Le telecomunicazioni sono state ampiamente inserite nelle nuove regole, in corrispondenza con gli obiettivi della politica degli Stati Uniti di cercare d’incrementare la loro influenza nella società cubana.
Su questa base il settore delle info-comunicazioni è l’unico che può realizzare investimenti in infrastrutture  e che può vendere alle imprese dello Stato, servizi,  software, dispositivi e strumenti anche se non di alta tecnologia.
Si permette alle istituzioni finanziarie nordamericane di aprire conti nelle banche cubane per le transazioni autorizzate tra i due paesi, ma non c’è un trattamento reciproco e le banche cubane non possono fare lo stesso negli Stati Uniti.
Le regole non modificano le forti restrizioni che esistono per il trasporto marittimo, anche se a partire da oggi venerdì 16,  le navi per il trasporto marittimo che trasportano  alimenti, medicinali, strumenti medici e materiali per le situazioni d’emergenza da terzi paesi, con destinazione Cuba, non dovranno più aspettare 180 giorni per poter toccare i porti degli USA com’è avvenuto sino ad ora.
Aspetti di enorme importanza della politica di blocco che danneggiano Cuba non sono stati modificati e tra questi l’uso del dollaro nelle transazioni cubane finanziarie internazionali, l’acquisto in altri mercati di strumenti e tecnologie che contengano più del 10% di componenti statunitensi, la possibilità di commerciare con sussidiarie di imprese statunitensi in terzi paesi e le importazioni negli Stati Uniti di merci che contengono materie prime cubane.


Le misure annunciate costituiscono un passo nella direzione corretta, ma resta un lungo cammino da percorrere per smontare molti altri aspetti del blocco economico, commerciale e finanziario mediante l’uso delle prerogative esecutive del Presidente Obama e per far sì che il congresso degli USA ponga fine a questa politica di una volta(AIN/ Traduzione GM  GranmaInt.)

Emissione di nuove banconote




Ufficialmente, dal 1­­­­° febbraio prossimo (domenica) saranno in circolazione i nuovi tagli da 200, 500 e 1000 CUP. Evidentemente si tratta di un nuovo passo in vista dell'unificazione monetaria che vedrà l'abolizione del CUC e la conseguente, inevitabile, "esplosione" dei prezzi. Quello che per adesso, in pratica con doppia circolazione consentita in quasi tutti i settori dell'economia, è un aggiustamento del potere d'acquisto con relazione alle retribuzioni. Non ha nessuna logica la vendita di prodotti nazionali a prezzi di merci d'importazione. I costi all'origine sono ben diversi...Per il momento, solo nel mercato agricolo i prezzi, comunque alti rispetto agli stipendi, sono più contenuti rispetto alle merci poste in vendita nei centri originariamente destinati solo all'acquisto in valuta estera (leggi CUC).

mercoledì 14 gennaio 2015

Lettera dell'anno 2015 a cura dell organizzazione " Ifà "


Predicciones de Ifá para el año 2015












MIGUEL FEBLES PADRON


AWO ODI KA


Para Cuba y el mundo


A los sacerdotes de Ifá, a los hermanos Oriates, Babaloshas, Iyaloshas e Iworos.


Pueblo religioso en general.


Siguiendo una tradición de 28 años se reunió la Comisión Organizadora de la Letra del Año el 31 de Diciembre del 2014, en la Casa Templo situado en Ave. 10 de Octubre # 1509 e/ Josefina y Gertrudis, Víbora, Municipio 10 de Octubre, Ciudad de La Habana, Cuba.


Esta ceremonia fue presidida por el Sacerdote de Ifá David Cedrón “Otura Sa” y el respaldo de los Sacerdotes de Ifa de todas las familias de Cuba y sus descendientes en el Mundo, saco la letra el Sacerdote más pequeño.


Signo Regente: BABA EYIOBE


Oración Profética: Un Beneficio Económico a través de los negocios, firme y seguro proporcionado por Elegua.


Onishe a Elegua: Aladimu, Otan


Onishe ara: Baños con flores, Otan


Onishe ile: Baldeos con las siguientes hierbas: Albahaca, Paraíso y Siempre Viva, Otan


EBBO: 1 Chivo, una Botella de Aguardiente y los demás ingredientes


Divinidad Regente: OSHUN


Divinidad Acompañante: OBATALA


Bandera del Año: Mitad Amarilla y Mitad Blanca.



Enfermedades de cuidado Extremo


1.- Enfermedades en las vías respiratorias.


2.- Enfermedades cardiovasculares.


3.- Enfermedades en el sistema óseo.


4.- Posibles brotes epidémicos.


Acontecimientos de Interés social


1.- Conflictos Interpersonales.


2.- Conflictos entre naciones que pueden generar conflictos bélicos.


3.- Marca pérdidas de líderes religiosos, líderes políticos y mayores en sentido general.


4.- Serios trastornos en la armonía familiar.


5.- Desequilibrio ecológico y posible penetración del mar.


6.- Apertura de los convenios entre países utilizando como medio fundamental la navegación.


7.- Lucha generacional y sus fatales consecuencias.


Recomendaciones:


1.- El diálogo y el respeto al criterio ajeno es la única forma para evitar los conflictos.


2.- Se recomienda especial atención en la formación ética y moral de los hijos.


3.-Ifa recomienda una organización social, política y económica para beneficio de los pueblos.


4.- Extremar las medidas higiénicas y sanitarias para evitar la proliferación de epidemias.


5.- Remuneración salarial adecuada al ejercicio de las actividades.


6.-Brindar una adecuada atención al Adulto Mayor.


8.- Un llamado a la Unidad respetando la diversidad.


NOTA: Tomar como referencia los modelos positivos (avances) y los modelos negativos (errores) de los años 1959, 1989, 1995, 1998, 2004, 2011 y 2014 donde este Odu tuvo regencia.


Refranes Conductuales del Odù


1.- El pensamiento sabio es la fuerza que mueve la tierra.


2.- El error mayor es no aprender de los errores cometidos.


3.- Mientras hay vida, hay esperanzas.


4.- Las deudas cuelgan de nuestros cuellos como pesadas pie­dras.


5.- Divide y vencerás.


La Comisión después de un profundo análisis exhaustivo acordó ratificar las recomendaciones del pasado año por considerar que las mismas se ajustan plenamente al signo regente en el presente año.


Nuestra Comisión agradece a los Órganos Masivos de Comunicación que hacen posible que estas Predicciones lleguen a todos los rincones del Mundo.


Feliz y Próspero Año 2015


Les desea la Comisión Organizadora de la Letra del Año


“MIGUEL FEBLES PADRÓN”



 


Sito ufficiale "proyecto- orumnila.org" : http://proyecto-orunmila.org/letra-del-ano-la-letra-del-ano/cuba/comision-organizadora-de-la-letra-del-ano-miguel-febles-padron/la-letra-del-ano-2015

La lettera dell'anno commenti da On Cuba (spangolo) : http://oncubamagazine.com/sociedad/la-letra-del-ano-por-dentro/

Per qualche nozione di santeria: http://www.siporcuba.it/lasanteria.htm   in  italiano

Ernesto Valdes Jane
Direttore del Progetto Orunmila





Casa tempio in Avenida 10 de octubre


martedì 13 gennaio 2015

Cuba libera i prigionieri politici


Sono 53 le persone scarcerate dopo l'apertura con gli Stati Uniti. I nomi saranno resi noti da Obama

 ( Tra l'enfasi di queste liberazioni ad effetto rimane la repressione di arresti gironalieri per manifestazioni e liberazioni che direi sono più da definire deportazioni forzate . NIKI )

Lucio Di Marzo - Lun, 12/01/2015

Sono cinquantatre i prigionieri politici che l'Avana aveva promesso di liberare in seguito a un accordo con gli Stati Uniti.


Il dissidente Wilberto Parada, con la sua famiglia dopo il rilascio


Un'intesa che ha rispettato, anche se sull'identità resta il segreto, che sarà svelato soltanto da Barack Obama davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Un passo importante, quello dei cubani, che fa da premessa a quei colloqui all'Avana che si terranno il 21 e 22 di gennaio, con lo scopo di arrivare a una normalizzazione dei rapporti con Washingon, per decenni fermati dall'ostilità, prima dell'apertura arrivata a metà dicembre.

Il nuovo corso nei rapporti tra Cuba e Stati Uniti ha visto anche il rilascio di tre spie cubane, in cambio di un agente cubano che lavorava per gli americani e di Alan Gross, volontario americano detenuto con l'accusa di spionaggio.

La liberazione dei prigionieri è per l'amministrazione statunitense "una pietra miliare" sulla nuova strada intrapresa e allo stesso tempo un traguardo su cui costruire ancora.

"Ci sono altri individui detenuti per avere affermato i loro diritti universali il cui caso abbiamo sollevato in passato", ha detto una fonte dell'amministrazione ai giornalisti. E ora la Casa Bianca si aspetta il rilascio anche di queste persone.

Secondo gli Stati Uniti le persone liberate sono soggetti segnalati dalle organizzazioni umanitarie, in cella per avere promosso riforme politiche o esercitato il proprio diritto di parola.

A Cuba arriva la connessione Wi-Fi, ma per ora è solo un lusso per ricchi: costa 4, 50 dollari all’ora

  da La Stampa

Del sistema si occuperà la compagnia statale Etecsa. La prima città ad essere testata sarà Santiago de Cuba. I giovani hanno già aggirato il problema dei costi e utilizzando da anni un data sharing con il quale scaricano in differita ciò che il resto del mondo vede in diretta

12/01/2015
PAOLO MANZO

Entro fine mese farà il suo debutto a Cuba il wi-fi. L’annuncio è stato fatto direttamente sul sito dell’Unione dei Giornalisti dell’isola caraibica che cita come fonte Etecsa, la compagnia telefonica statale cubana di cui, sino al 2011, Telecom Italia deteneva il 27% della proprietà. La prima città ad essere testata con questa tecnologia di connessione ad Internet che da oltre un decennio è la norma nelle principali città del mondo sarà Santiago de Cuba dove, intorno al centrale parco Ferreiro, Etecsa sta installando una postazione per diffondere il nuovo servizio. Entro fine mese, dunque, tutte le persone che si troveranno a Santiago de Cuba e che hanno un tablet, un cellulare od un pc portatile potranno così scaricare contenuti da Internet alla velocità di un megabyte al secondo. Unico problema per i cubani, il cui salario medio si aggira attorno ai 20-30 dollari, è che per connettersi al wi-fi il costo è stato fissato a 4,50 dollari l’ora. Insomma questa rivoluzione tecnologica, per ora, interesserà soprattutto i turisti stranieri.

Sul finire del 2014 Etecsa aveva preannunciato che il 2015 sarebbe stato l’anno di Internet, con il “potenziamento dei 154 centri web già esistenti”, l’allargamento sino ad almeno 5 volte della “banda”, “la creazione di decine di nuovi locali connessi” e la nascita di piazze, vie ed altre aree pubbliche dotate di wi-fi. L’esperimento di Santiago de Cuba conferma quanto dichiarato due settimane fa da alcuni funzionari di Etecsa a Juventud Rebelde, uno dei due quotidiani ufficiali della revolución assieme a Granma. 
Resta da vedere come e quando perché il problema per connettere Cuba al Web è soprattutto di tipo tecnologico e ci vorranno centinaia di milioni se non miliardi di euro/dollari di investimenti. Lo dimostra la Cina che, pur non essendo una democrazia, ha Internet praticamente ovunque nelle più importanti città del paese. 

Uno dei principali motivi dell’arretratezza di Cuba dove, secondo le statistiche, il 95% della popolazione non ha Internet a casa, è che ad oggi esiste solo un cavo in fibra ottica che la collega al Venezuela, per di più vecchiotto e con una capacità limitata. Inoltre la maggior parte del 5% degli internauti cubani fa affidamento su connessioni dial-up, con modem che si appoggiano ancora su normali linee telefoniche. 

I giovani cubani sono i più ansiosi perché la promessa rivoluzione di Internet arrivi sul serio, anche se hanno trovato da tempo il modo di aggirare il deficit tecnologico. Se infatti per loro è impossibile pagare i 4,5 dollari l’ora delle connessioni autorizzate, compreso il wi-fi annunciato ora per fine gennaio, da tempo molti di loro usano l’Internet “offline”. Di che si tratta? Di un sistema semi-legale dove i giovani scaricano da una connessione rapida terabyte di film, commedie, giornali, software, applicazioni, anti-virus per poi rivenderli a costi minimi agli altri. Lo chiamano Paquete Semanal ed è il “data sharing” che oggi permette ai cubani di scaricare su tablet, telefonini e pc con una differita di poche ore o giorni le informazioni del resto del mondo

Fidel Castro non scrive e non parla



E cominciano le solite voci      


09 Gennaio 2015
  
È un anno che Fidel Castro non compare in pubblico. Per la precisione dall'8 gennaio del 2014, quando inaugurò la mostra dell'artista cubano Alexis Leyva “Kcho”. In ogni caso ha ricevuto a casa propria, nel luglio scorso, i Capi di Stato Xi Jinping e Vladimir Putin. Come al solito cominciano le voci sul suo stato di salute. Vista l'età (88 anni!) e la situazione fisica dell'ex Capo di Strato cubano, è probabile che prima o poi qualcuno ci azzecchi e che indovini la data della morte, anche se è diventato un sofisma privo di importanza. Fidel Castro è soltanto un vecchio simbolo del passato, che nella Cuba attuale non ha alcun peso. Certo, è strano che non sia comparso in pubblico per festeggiare “il ritorno degli eroi” - le virgolette sono d'obbligo – dagli Stati Uniti, né che abbia fatto parola in merito al nuovo corso dei rapporti USA-Cuba. Siamo certi che un Fidel in buona salute avrebbe approvato il rientro alla base dei suoi uomini, ma ci piacerebbe leggere un'interpretazione autentica sotto forma di riflessione sulla stampa locale (leggasi Granma, la sola pubblicazione autorizzata), in merito alla riconciliazione con gli Stati Uniti.
Una fonte della dissidenza cubana ha confermato che per oggi è prevista una conferenza stampa del Governo cubano. Invitata la stampa nazionale (sic!) e straniera. Non è stato precisato l’argomento. El Diario de Cuba, ha pubblicato un servizio in cui sostiene che il governo «ha proibito la circolazione delle persone nella zona del cimitero di Santa Ifigenia dove presumibilmente è stata costruita la futura tomba di Fidel Castro». La tomba si troverebbe vicino a quella di José Martí, il più grande scrittore cubano dell'800, eroe nazionale, morto in battaglia lottando per l'indipendenza della sua terra. Ironia della storia: un dittatore accanto a un libertario...


Gordiano Lupi