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domenica 30 agosto 2015

Viaggerà direttamente chiunque, tra Cuba e gli Stati Uniti e viceversa?

da: http://ilvecchioeilmare.blogspot.it/




Secondo quanto annunciato dal Dipartimento di Stato nordamericano, molte compagnie aeree statunitensi sono pronte a ristabilire voli "commerciali regolari" con Cuba.
Nel significato delle parole, questo dovrebbe indicare che chiunque, naturalmente avendone i requisiti, potrebbe volare direttamente tra due città dei Paesi in questione.
Oggi esistono solo voli charter che sono stati sempre più ampliati per frequenze e destinazioni, ma ai quali possono accedere solo i cittadini statunitensi appartenenti alle "famose" 12 categorie del programma People to People che almeno teoricamente comporta delle limitazioni, oppure i cittadini cubani che ottengono il visto dall'Ambasciata americana (prima Ufficio d'Interessi) per visita famigliare o come immigrante, previsto dalla quota annuale assegnata. Qualunque altro cittadino di Paese terzo, non può effettuare il viaggio diretto (compresi i cubani in possesso di doppio passaporto), ma deve effettuarlo attraverso un altro Paese. Prima la via più utilizzata era Cancún, in Messico, oggi è la meno sfruttata, si preferisce via Bahamas (Nassau o Freeport) o le Isole Cayman. In questo modo, un viaggio di un pugno di minuti, trattandosi di Miami, diventa di diverse ore e partendo da Cuba, se la destinazione finale negli USA non è la Florida, non si possono programmare le connessioni coi voli interni, cosa che risulterebbe più comoda e rassicurante specialmente per chi non è abituato a viaggiare.
Adesso, secondo voci anche abbastanza fondate, sembra che si avvicini il momento (gennaio 2016) in cui cadrà questa barriera che oltre a consentire a qualunque cittadino nordamericano di poter venire a Cuba senza nessuna formalità particolare da espletare nel suo Paese, aprirebbe la possibilità di viaggi diretti anche a cittadini europei o altri che abbiano i requisiti per l'ingresso negli USA.

A questo scopo, le agenzie di viaggio che operano negli Stati Uniti non dormono e si stanno iscrivendo in una lista speciale (OFAC - Office of Foreign Assets Control) abilitata dal Ministero del Tesoro, alla quale è impossibile accedere per la sua totalità. Si riesce, a volte, ad ottenere una breve lista delle "new entry", come questa:


NUEVAS AGENCIAS
1- Apple Vacations, Newtown Square, Pensylvania (04/15/2011)
2- Odysseys Unlimited, Newton, Massachusetts (04/27/2011)
3- Buenos Travels, Ranchos de Taos, Nuevo México (05/20/2011)

NUEVAS SUCURSALES
1- Arkadys Travel Logistics, Hialeah (04/26/2011)
2- Atenas de Cuba Travel, Miami (04/26/2011)
3- D N J Agencia de Viajes a Cuba, Miami (04/29/2011)
4- American Travel & Services, Miami (04/26/2011)
5- Miami Intex Travel, Hialeah (05/03/2011)
6- The Cuba Travel Express Solution Group, Miami (05/03/2011)
7- Zenaida’s Tours, Miami (05/03/2011)
8- Aspa Travel, Hialeah (05/06/2011)
9- Caribe Express Associates, Tampa (05/06/2011)
10- Cubava Traven & Services, Springtown, Texas (05/06/2011)
11- A Aires D’Cuba Inc, Miami (05/09/2011)
12- Hialeah-Habana Travel, Doral (05/20/2011)
13- Cabina Telefónica Cuba 80, Hialeah (05/31/2011)
14- Golden Air Charters, Hialeah (05/31/2011)

Molto dipende anche dalla disponibilità del Governo cubano che però, sempre secondo indiscrezioni, pare sia disposto a sottoscrivere l'accordo dopo la riunione della Sessione Plenaria del Poder Popular prevista per il prossimo dicembre.

giovedì 27 agosto 2015

Turismo ecologico a Cuba

da: http://ilvecchioeilmare.blogspot.it/

 mercoledì 26 agosto 2015




Per maggiori informazioni:

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martedì 25 agosto 2015

Talent, sciò!

da: il bello dell'Avana  (blogspot)


Ho comprato la cajita per il digitale terrestre e quindi da un paio di settimane faccio un po' di zapping e vedo qualche film. Oltre a confermare che Telesur è probabilmente la miglior televisione del pianeta, mi sono sintonizzato casualmente su una trasmissione cubana che ha acceso le riflessioni odierne: credo si chiami Sonando en Cuba e forse la prima n è una ñ e quindi il gioco di parole è tra suonando e sognando. Vabbè... comunque sia,è il primo Talent show cubano.
Schema preso in blocco dai vari La voz spagnoli e americani di cui i cubani si drogano e che trovano nel paquete settimanale che viene da Miami. Presentatore pupazzato, giuria di vip (?) di cui vado a parlare; interviste ai parenti che hanno sempre creduto nelle capacità di questa o di quel nipote straordinario; emozione; commozione; il verbo ricorrente è farcela; la parola chiave è talento. Dunque, partiamo dal fatto che per me queste trasmissioni sono marciume puro nel quale non si salva nessuno, nemmeno i concorrenti, e che il talento diffuso è un'invenzione americana. Vai a New York e trovi tutta gente con talento. Quella fa la pittrice ed ha talento, quello scrive con molto talento, quella canta ed ètalentuosissima. In America tutti hanno talento. Io credo esista il mestiere, la ripetizione, la pratica, l'onesta e sincera attitudine ma credo che ad ogni secolo siano concessi due o tre talenti. Mi piace l'approccio all'arte che avevano in Grecia: le arti plastiche erano artigianato, nè più nè meno, e nessuno stava lì a celebrare doti soprannaturali. E le statue le facevano gente tipo Fidia o Prassitele, mica Mutandari o Staccolanana. Nell'età moderna c’è un pianeta di talenti. Perch
é dico che non si salvano nemmeno i concorrenti? Perché sposano e condividono questo mito del "farcela", dell'"emergere" come valore in sè. Non è un effetto collaterale di una passione ma il fine. Vogliono i soldi. Coltivano il mito di Emma che si scopa il mondo, dell'intervista di Sandro Mayer e delle foto nei giornali scandalistici. Le famiglie lì che spremono i loro rapporti con le divinità, che si procurano aritmie, che si cacano addosso perchè una svolta del nipote sono Adidas per tutti, mignotte e viaggi. La giuria, poi, è un capitolo a parte. Già a La Voz ho visto illustri sconosciuti, con voci intonate come quella di Aldo Giuffrè, pontificare su rotondità della voce, su diaframmi e cacate varie. A Cuba è lo stesso: a parte Laritza Bacallao che è brava, gli altri due giurati sono un tale su cui rido da anni ogni volta che lo vedo da lontano, e un ceffo che per l'intera trasmissione non ha mai tolto gli occhiali da sole da scippatore (credo sia il nipote di Jimmy il fenomeno) di nome El Niño, mai coperto. Ho capito che il suggerimento che danno ad ogni cantante è il seguente: abbassa di più il diaframma. Io ci ho provato... ma che cazzo vuol dire? Mica sono Sri Aurobindo. Ho fatto un po' di sforzo per abbassare quello che credevo fosse il diaframma e sono dovuto correre al bagno. Boh.
Diciamo due cose serie: lì per lì ho provato un certo senso di tenerezza per un Talent show cubano. Stesse pretese del talent di oltremare ma con minori mezzi lasciavano intravedere le magagne e quindi ti si stringeva il cuore. Ma poi mi è andato il sangue alla testa. Un talent show non è solo intrattenimento. E' coltivare e dare importanza a qualità umane, a miti e a traguardi che non hanno niente a che vedere con la Cuba che amo io. Il "Farcela", la ribalta, l'uscita dall'anonimato vissuto come colpa e come vergogna, il mito del successo, dei soldi... sono tutta merda. E poi questo aver preso in blocco un format che è capitalistico al massimo grado è una resa che mi fa ribrezzo. Se c'è una cosa che mi piace della cultura cubana è proprio questa strada personale, questa ricerca senza condizionamenti, di stili, di percorsi, di modalità espressive. Vale (valeva?) per tutte le arti e per la televisione. L'altra campana. L'altro modo di fare. Quello che proprio Telesur mette in scena quotidianamente e che apprezzo. Quel senso di "altro" che ti faceva pensare che un altro modo (ed un altro mondo) fosse possibile. E tu che fai? Prendi un talent show di merda e lo copi. Metti un presentatore frizzantello e lo metti a far domande tipo: "sei emozionata?" - "avresti mai pensato di arrivare fin qui?". Una marea di "Dai, buona fortuna!" che pensavo di aver lasciato sulle labbra di qualche presentatorello di quart'ordine italiano. Ok, potrei spegnere il televisore e tutto quanto sparisce. E' il bello della tv. Vedi, che ne so, chi è uno che vorresti veder sparire? Diciamo, vedi Ezio Greggio. Premi il tasto rosso sul telecomando e lui sparisce. Ma qui, dopo aver spento la tv l'amarezza resta. Anzi cresce. Sì, cresce.  

Ah, dimenticavo... Felicidades Comandante!

Terapia di coppia...

da: il bello dell'avana    (blogspot)

L'altro giorno stavo facendo una specie di gioco con un amico: stavo considerando questo... come chiamarlo, riavvicinamento degli Stati Uniti a Cuba cercando di umanizzare il rapporto, considerandolo come una dinamica di coppia. A volte parlare di Stati rende tutto più astratto e concetti come la ragion di Stato falsano rapporti che poi, in fin dei conti, riguardano persone e vite. Cioè, raccontiamo un po' di fatti. 
La situazione di coppia è la seguente: lei lo lascia e lui inizia a farle la guerra. Le toglie gli alimenti, le medicine, cerca di avvelenarla, manda gente a casa sua per ferirla, per ammazzarla, minaccia i suoi amici perché non le vadano in soccorso, non le portino beni essenziali di sopravvivenza e non le diano medicine; per essere piùconvincente le mette un po' di bombe dentro casa perché il messaggio arrivi forte e chiaro, poi la insulta pubblicamente e la calunnia delle peggiori nefandezze della terra. Un giorno le manda degli scagnozzi e prova a levarle casa con la forza. Lei quel giorno si difende, li respinge e lui rosica. Per metabolizzare il fallimento ci fa su un paio di film. Va detto che lui, abile film maker, ogni volta che fa una cazzata gira un film. Inutile dire che gira film a ripetizione sulle cazzate che fa. Molti la chiamano libertà e democrazia, a me sembra il comportamento di un coglione. Comunque, dopo sessant'anni di tentativi lui decide di cambiare strategia. Dice: "Me so sbajato... Alla fine semo tutti un po' regazzini... È che a me l'aria de mare me rende nervoso... Come stanno i pupi? Mamma? Famo pace?". Lei, che alla fine non l'ha considerato niente di più che un povero coglione, che avrebbe solo bisogno di un assegno e di un rapporto civile ed in linea non con il medioevo ma con l'età moderna, accetta di parlare. In mezzo c'è l'amico prete di lui. I preti, si sa, sono fogna, e quando c'è da acchiappà ce stanno sempre. Lei dice: "Vabbè, se sorbimo pure er prete basta che finisce 'sta storia...". Allora lui arriva, dice che alla fine sono sempre stati una famiglia e che certe scemenze si possono mettere alle spalle. Però le condizioni della dimenticanza sono le seguenti: tu me dai una stanza a casa tua; la stanza che ho occupato abusivamente per tutti questi anni non è oggetto di questa rappacificazione; non lo è per ora neanche la decisione che ho preso di toglierti il cibo, le medicine e neanche tolgo la minaccia a chiunque voglia darti una mano; ti metto il telefono e internet così facciamo contenti i bambini, tu lo paghi e io mi limito a non dire più che tu sei una zoccola cattiva e pericolosa; ah, c'è pure che me dai anche le stanze più belle de casa tua per fare bed & breakfast che te mando un po' d'amici miei. A posto così? Dai, lo vedi che tra persone civili ci si intende sempre? 
Ecco, questa simpatica scenetta rappresenta in modo colorito e un po' cialtrone quello che succede in una coppia in cui l'uomo è un coglione, senza cervello e violento e lei è semplicemente una donna che vuole vivere la sua vita, fare le sue scelte, i suoi errori, e percorrere la sua strada. Uscendo da questa metafora già troppo lunga, devo dire che l'unica frase veramente sensata l'ho sentita dire da un vecchietto di 89 anni che dopo aver applaudito sommessamente ha detto: "Sì, tutto a posto. Hai detto tu che sessant'anni di embargo sono stati un errore. Adesso almeno mi paghi i danni". Quel vecchietto si chiama Fidel Castro.

martedì 18 agosto 2015

Gordiano Lupi*. Yoani senti cosa fo’

Da. tellusfolio.it


* Gordiano Lupi  è stato il traduttore di Yoani Sancez  in italiano del suo blog Generaciony, per l'edizione sul quotidiano La Stampa. 
Senza dubbio si può uno dei maggiori diffusori del pensiero della blogger alternativa in Italia.
In Cuba, per via della difficoltà della connessione libera, solo ora più aperta, la blogger non era ed è tutt'ora poco conosciuta.
 Vincitrice di innumerevoli premi in tutto il mondo per il suo blog critico nei confronti del governo Castro, ha fatto fortuna!
Pare abbia voltato le spalle al suo maggiore veicolo di diffusione in Italia, deve a Gordiano buona parte della sua fortuna nella nostra terra, ma evidentemente i soldi la hanno confusa, o come dicono ormai in molti,  esibendo prove, era da tempo fiancheggiata dalla SINA, l'ufficio per gli interessi statunitensi in territorio cubano, dove, pare ha sede anche, in incognito,  un gabinetto della CIA.
LA delusione del giornalista è stata grande e sofferta, lui che ha dato l'anima per questa dissidente pagando di sua tasca.... il giornalista, coniugato con una cubana , si è guadagnato per questa collaborazione il veto, la possibilità di rientrare in territorio cubano bollato come " persona non gradita".

Niki


27 Luglio 2015
   
Yoani senti cosa fo’
(parodia da E allora senti cosa fo’ di Stefano Rosso)

Cuba grigia Cuba blu
ma intanto tu dove sei tu?
Se va avanti così puoi ammazzarti giovedì.

Tutto il giorno sto così pensando
[alle cazzate che dirai
la speranza è sempre lì… che tu non ne dica mai.
E mentre un fesso scrive, tu da che parte stai…
A dire il vero non l’ho capito mai.

Yoani senti cosa fo’, soddisfazione non ti do,
divento castrista, comunista o radicale
e quand’è carnevale sto sul Malecon

Sicuro che l’indipendenza non ce l’hai,
non ricordo manco da sei mesi dove stai.
A Miami, da Walesa e torni su, forse alla TV,
a Miami e torni su, ma non sei tornata più.

E mentre un fesso scrive tu da che parte stai…
A dire il vero non l’ho capito mai

Yoani senti cosa fo’, soddisfazione non ti do,
divento comunista, mi vesto trasandato
e quando a Cuba vado, a culo nudo sto.

Cuba grigia Cuba blu
ma intanto tu dove sei tu?
Se va avanti così puoi ammazzarti giovedì.
Porca zozza ma lo sai qui la stampa cosa fa?
Quando scrivo ride e fa: c’ha creduto quello là.

E tu.. tu brutta strega si può sapere con chi stai?
A dire il vero non l’ho capito mai…

E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do
divento comunista, non pago più le tasse
e giuro mi cascasse se dopo non lo fo’.

Non siamo più bambini che credono alle novelle,
ma io con te ho creduto a tutte le tue balle …

(Parlato) 

Si va be’… mo’ che faccio?
Traduco traduco che quella
lotta pe' la libertà de’ Cuba…
quella ‘n lotta manco pe’ la libertà sua…
Quasi quasi scrivo un romanzo,
mi metto in proprio!…
“Il romanzo è mio e me lo gestisco da me!”
Meno male che c’è la sessoautonomia
che è come i Blue Jeans… non passa mai de’ moda.

Gordiano Lupi


venerdì 14 agosto 2015

In attesa di John Kerry e Papa francesco

da:  http://ilvecchioeilmare.blogspot.it/



Preparazione dell'asta per la bandiera degli Stati Uniti nel cortile anteriore dell'Ambasciata.



Preparativi della tribuna dalla quale il Papa officerà la Messa e quelle per il coro e i giornalisti, sulla Plaza de la Revolución. Interessante notare che con la visita di tre Papi sono state approntate tre tribune in diverse zone della piazza: con Giovanni Paolo II, davanti alla Biblioteca Nacional, con Benedetto XVI°, davanti al monumento a José Martí e con Francesco, di fronte al Teatro Nacional.



giovedì 13 agosto 2015

L'Avana nel pensiero di Alessandro Z.



Efficienza e deficienza




Recentemente sono stato incolonnato per un'ora in macchina sulla via Flaminia a Roma. Un riflesso condizionato di quasi cinquant'anni di traffico mi portava ad avere fretta. Più o meno tutti avevano fretta. Quando non hai cose migliori da fare nella vita, ti occupi di filosofia ed io, valutata attentamente la situazione, terminati gli acquisti furiosi ai grandi magazzini, non avevo nulla da fare, non avevo fretta e quindi, in poche parole, potevo essere er Socrate de Ponte Milvio. Ho iniziato a guardare quelle facce inferocite che si litigavano decimetri di spazio, che facevano dispetti ai motociclisti, che fumavano compulsivamente, che inviavano sms velocissimi al nulla, che avevano fretta, dannata fretta, poco tempo, agende zeppe, stress, maledetto stress, ed ho pensato ad un'altra vicenda minuscola che mi era capitata un paio di settimane prima a L'Avana, Cuba, che è sulla terra, sulla terra che è un astro (citazione perchè non mi si parli dietro).

Mi trovavo in un ufficio di L'Avana. Avevo appena ricevuto la prestazione professionale di cui avevo bisogno e quindi mi mandano a pagare nell'ufficio pagamenti. Vecchia casa malandata di Miramar. Scendo scale di marmo. Percorro un corridoio buio. Apro una porta a vetri dove era scritto Contabilidad e faccio pace con la vita. Alla scrivania era la capo contabile, una negrona di una cinquantina d'anni con una cofana di capelli non inferiore a quella di Moira Orfei, intorno una decina di persona a fare sostanzialmente niente, davanti a lei un'altra donnetta concentratissima che le faceva le unghie. Di fronte al mio: "Dovrei pagare questa fattura...", vedo sguardi lievemente seccati, la donnetta delle unghie che si ritrae come un paguro e quella dozzina di umani, piazzati là a far passare la calura, che si sistemano in una posizione decente cercando di accreditare un'idea di efficienza a cui nessuno crede. La negrona fa per alzarsi e chiede alla piccola di lasciarmi la sedia. Io non ho fretta. Mi sembra bellissimo quel quadretto tanto che avrei voglia di farmi assumere per stare con loro. Dico: "Per l'amor di dio... non interromperei mai un arreglo de uñas... Mi siedo lì e aspetto...". Dopo un primo istante di diffidenza (chi è questo? Lo mandano gli ispettori? È una spia?) tutti si rilassano e io mi siedo. Vestito come sono non faccio paura. Riprendono a parlare dal punto in cui li avevo interrotti. Una parla di un attore di novelas bello a cui farebbe molte cose non meglio precisate. Poi un'altra parla degli interventi di chirurgia estetica. Ridono parecchio. La mia presenza rende appena più frizzante la conversazione. Una sessantenne un po' vezzosa mi invita al suo compleanno a fine luglio. Le dico che porto da bere. Ridacchia. Ridacchiano.
 Sono "el italiano". Quando decreto che mi piace molto il colore di unghie che ha scelto la mia negrona, sento il tripudio: "Vedi?", rivolta alla sua avversaria "in Italia si vede elegante questo rosso, non quella merda che ti sei messa tu...", e giù risate. Ora potrei chiederle la cassa, due finestre e un rene e lei me li darebbe. Passano quaranta minuti buoni. Si asciuga lo smalto sulle unghie. Mette una decina di timbri ed incassa il pagamento. Me ne vado malvolentieri. Saluto con una serie di promesse e sono in strada.