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giovedì 19 marzo 2015

Riaperti i voli (charter) tra New Orleans, New York e l'Avana





Dopo 57 anni è tornato all'Avana un volo proveniente da New Orleans con rotta di andata e ritorno tra gli aeroporti Luis Armstrong e José Martí, mentre è stato ripristinato anche il volo da e per New York. Entrambi i voli sono charter settimanali, quindi non sono normali voli "commerciali" e ne possono usufruire solo i cittadini statunitensi e cubani aventi i relativi nulla osta per i viaggi nei due sensi. NON sono ammessi cittadini di altre nazionalità.

mercoledì 18 marzo 2015

Cuba, la rivoluzione è in un bar “Free wi-fi”


Più della possibilità di viaggiare o comprarsi un’auto, è l’accesso gratuito a internet che cambierà la vita dei cubani, perché permetterà loro di lavorare e guadagnare col turismo


Michela Dell’Amico Giornalista e videomaker
Pubblicato marzo 16, 2015


Nel 2009 ho girato Cuba per tre settimane, in auto. I trasporti pubblici non erano il pezzo forte dell’isola: in pratica non esistono. E d’altro canto, possedere un’auto non era lecito per la stragrande maggior parte degli abitanti dell’isola di Fidel Castro. Quindi, da privilegiati, c’era sempre posto nella nostra auto per offrire passaggi ai cubani, che così si spostavano (e si spostano): in autostop. In questo modo ho conosciuto un informatico senza computer, che a malapena sapeva cosa fosse internet. Di fatti, lavorava in un ristorante. Ho conosciuto anche una signora simpatica, dalle unghie lunghissime e coloratissime. Non la smetteva più di farci domande sull’Italia, e in particolare era curiosa di sapere che frutta si mangia da noi, di che colore è, e di cosa sa. I cubani hanno il chiodo fisso del cibo, perché diverse cose sono introvabili: dal latte al burro, dal cioccolato alla carne di manzo. Ma più in generale i cubani hanno il chiodo fisso del mondo, che non potevano visitare, e che non potevano neppure sbirciare.

Da quando Obama ha annunciato una ripresa nelle relazioni tra i due Paesi, Cuba sta cambiando. Ora si può viaggiare (lo scorso sabato c’è stato il primo volo diretto New Orleans-l’Havana dopo 57 anni, e a breve la capitale cubana sarà collegata a New York da un volo settimanale), e si può anche teoricamente acquistare un’auto, se si hanno molti soldi. Di ben diversa portata – perché accessibile a tutti – l’apertura verso internet, se pur limitata.

All’Havana da qualche settimana si deve davvero sentire aria di nuovo, perché l’artista Kcho ha fornito (ha potuto fornire) di un wi-fi gratuito il suo centro culturale, segnando un evento storico per il Paese.

I cubani adesso possono iscriversi a Facebook, possono sentirsi parte del mondo, iniziare a conoscerlo, interagire con esso, oltreché con le migliaia di loro concittadini, figli e fratelli, espatriati (fuggendo via mare) negli Usa o altrove. Certamente internet era disponibile anche prima, ma solo in luoghi autorizzati e controllatissimi, e dove soprattutto si pagava caro l’accesso. All’Havana, io uscivo dalla mia casa particular  (la casa di una famiglia a cui il governo concede di affittare stanze ai turisti) per andare a controllare la posta in un hotel di lusso, e mi costava all’incirca 4 dollari l’ora: ma il salario medio di un cubano è 20 dollari.

Se è chiaro che la strada per la normalizzazione della vita dei cubani è e resterà difficoltosa, che mancano infrastrutture e che rimane una forte censura nell’accesso a internet (che è pure ancora lento e discontinuo, mentre 9 cubani su 10 non hanno un cellulare), tuttavia avere un accesso gratuito resta una vera rivoluzione che impatterà enormemente sulla vita dei cubani.


Per rendere l’idea, pensate che, a Trinidad, ho dormito nella casa di una biologa, moglie del presentatore di un programma della tv di Stato. Eppure, il grosso dei loro guadagni lo ottenevano dall’affitto di due stanze ai turisti, che portano l’unica moneta che valga qualcosa. Quindi, internet non solo sta aprendo il mondo ai cubani, permettendo loro di comunicare o comprare merce “proibita” o limitata – come farmaci e alimenti – dall’embargo del 1962; ma permetterà anche, adesso, di pubblicizzare o semplicemente rendere visibile le proprie case ai turisti, la vera e l’unica risorsa concreta del Paese.

giovedì 12 marzo 2015

Cuba, è arrivata la sua fine?


Scritto da  Giuliana Gandini il   Mercoledì 11 Marzo 2015 in Viaggi



Dovevamo aspettarcelo. Voli e alberghi grandi e piccoli strapieni, spiagge zeppe, mercanti del Terzo Millennio che si aggirano alla ricerca dell’affare, dal comprare una casa all’aprire un negozio alla moda, al fare incetta delle gloriose auto americane anni Cinquanta.
 
Complice la fine dell’embargo, el bloqueo, come lo chiamano i cubani, l’isola è la nuova terra di conquista dei Caraibi. La consumer revolution ha avuto la meglio sulla revoluciòn comunista. Yankee arroganti affollano Marina Hemingway zeppa di yacht alla Abramovich e salpano per inseguire i marlin e barracuda, accompagnati da lacché in divisa che ci fanno rimpiangere ancora di più personaggi come Gregorio Fuentes, l’amico pescatore di Hemingway.


Designer internazionali studiano le location per i campi da golf passione di Raul Castro, i resort stile Cancun, porti come Marina Gaviota, a Varadero, 1000 posti barca lunghi fino a 150 metri, per supericchi, con hotel da 200 euro a notte, 10 volte lo stipendio medio di un cubano, appartamenti lussuosi su una spiaggia bianca a perdita d’occhio. Mentre a Pinar del Rio, sta sorgendo la Cuba del futuro firmata da Raul: Punta Colorada Golf & Marina, il più grande complesso turistico dell’isola, quattromila ettari, sedici chilometri di spiagge mozzafiato, ventimila appartamenti dotati di ogni comfort, cinque hotel a 5 stelle e sette campi da golf da 18 buche.

Per non farsi mancare niente due “porticcioli” da 1.400 posti barca dove far attraccare le crociere e migliaia di turisti. Che cosa rimarrà della vecchia Cuba, sopravvissuta fino ad oggi  tra i Caraibi luccicanti e i templi dell’ospitalità  progettati dalla regia hollywoodiana del turismo? Mi piace pensare che quando ritornerò, prima che il misfatto sia compiuto, a spasso per la città amata da Hemingway, "Sapessi com’è la mattina presto all’Avana", passeggerò con Eugenio Valdes Figueroa, straordinario critico d’arte che anni fa mi fece scoprire artisti come Los Carpinteros, oggi famosi, facendomi entrare in feste incredibili e nelle case di artisti poverissimi, con grande talento nel quartiere Vibora.
Poi mi siederò lungo il Malecon a guardare il tramonto tra la gente che balla, andrò a Vinales, protetta dall’Unesco, dove ragazzi di vent’anni ti accompagnano a cavallo per pochi CUC tra le fincas, le fattorie e le piantagioni di tabacco.


Ascolterò musica al Patio del Desimista, dove il gruppo Sol del Valle suona la miglior musica dell’isola o forse mi è sembrato così dopo molti rum e daiquiri... La notte mi rifugerò a El Cafetal, fascinosa casa particular di piantatori di caffè, tra distese di tabacco e mogotes, le colline di calcare. Mi gusterò i mojito e la comida criolla tra colibrì in volo e concerti di rane. La vecchia Cuba. 

mercoledì 11 marzo 2015

Attesa la visita del ministro Gentiloni a Cuba




Domani, mercoledì, dovrebbe arrivare all'Avana il Ministro degli Esteri Gentiloni in visita ufficiale. La visita è coperta dal massimo riserbo (l'Ambasciata dice "per ragioni di sicurezza"), infatti credo che ci siano decine di killers pronte ad attentare alla vita del ministro...Giovedì ci sarà una conferenza stampa alla qual, come blogger indipendente non potrò partecipare, così come ad altre attività della nostra sede diplomatica che mi aveva inserito nella "mailing list", evidentemente dopo la partenza del Consigliere d'Ambasciata, la mailing list è andata via con lui..

Vivere senza petrolio l'esperienza di Cuba.

Da il vecchio e il mare. Blogspot



Il film racconta la straordinaria forza e tenacia di un popolo che per primo si è trovato a sperimentare la mancanza della risorsa petrolio in tutte le sue forme: l'enorme crisi energetica a Cuba nel 1990 avrebbe potuto comportare una grave carestia alimentare e pesanti difficoltà sociali, e invece affrontata con creatività ha portato alla scoperta di un nuovo stile di vita. Grazie alla cooperazione, il risparmio, il riuso, la conservazione e lo spirito di comunità, Cuba ha ridotto al minimo i consumi energetici,
rinunciando anche ad alcune comodità e sprechi tipici del nostro tempo.
Il film fornisce un esempio concreto di come sia possibile ridurre il consumo e l'utilizzo energetico tornando a un ritmo di vita e di lavoro nel rispetto dei cicli naturali e mostrando il cambiamento da una agricoltura e un'industria intensive con largo uso di prodotti petroliferi, per arrivare alla crescita e alla creazione di fattorie biologiche più piccole, giardini urbani e fabbriche a minor impatto energetico. Un documentario importante da vedere perché descrive la storia di un successo popolare e che

ha condotto alla conquista di un più alto grado di civiltà.

venerdì 6 marzo 2015

Orario Solare




Da domenica 18 marzo a Cuba tornerà l'ore legale, a chi è in partenza riduce per qualche giorno il divario del fuso......

giovedì 5 marzo 2015

Vivo all’Avana

Wendy Guerra. 
25 Febbraio 2015
  
Mi sveglio presto, un getto di acqua fredda percorre il mio corpo e lo risveglia. Attraverso bagnata il salotto e l’acqua definisce le mie impronte che vanno fino alla cucina, cerco le arance, le spremo fino a riempire di succo una piccola brocca. Metto la caffettiera italiana sul fuoco, e mentre apro porte e finestre, l’aroma del caffè inonda la casa. Assaporo il suo gusto profondo, ed è come se di colpo assaggiassi la realtà, cerco il mare dalla terrazza, poi Monte Barreto e, un po’ più in là, spuntano gli edifici che riflettono la città habaneciendo.
Il postino avrà tirato il giornale di oggi? No, non ci sono ancora notizie a terra.
Qui nulla sembra essere cambiato. Non ha piovuto, non fa freddo, l’umidità offusca ancora i vetri.
La settimana scorsa ho ricevuto tante chiamate dall’estero che mi chiedevano se sapessi qualcosa della morte di Fidel. No, non ne ho mai saputo niente, queste voci fanno parte della nostra quotidianità. Tutto questo mi ricorda quella sirena di allarme aereo, simulacri di guerra che non sono mai stati veri ma che ci mantenevano allerta, permanentemente in guardia.
Mi affaccio al balcone. In strada alcuni bambini corrono per non arrivare tardi a scuola, i genitori li salutano, si affrettano a raggiungere il viale, mentre, laggiù in lontananza iniziano le code, il serio gioco di trovare qualcosa da mangiare, la feroce lotta per la sopravvivenza è iniziata e ancora non sono le 7 e 30.
Inizia il viavai di persone che attraversano una città dove ormai in pochi credono si possa vivere lavorando onestamente.
È ancora tutto uguale? Uguale a cosa? Niente di questo assomiglia a me, a noi. Chi siamo noi? Sembra che mi abbiano lasciato sola e che tutto questo sia un incubo.
Squilla il telefono, è la dottoressa del medico di famiglia che ha bisogno di togliermi il sangue poiché sono stata in viaggio di recente, è la legge.
Un vestito di cotone e un paio di sandali sono lo scudo che mi riveste per scendere nell’arena. È importante passare, non attirare l’attenzione se pensi di risolvere i problemi quotidiani. Scendo le scale di marmo, calpesto la strada e inizio a tradurre i miei pensieri. Devo essere realistica, comprare le cose pagandole ciò che costano e non al valore a cui me le vogliono vendere. Quanto costa la carne in un paese in cui non c’è carne? Protesto perché al mercato alterano sempre i prezzi. Faccio code che mi portano ad altre code interminabili fino a raggiungere la fine di ogni cosa, sapendo che domani mi rimangono altre code per continuare a risolvere i problemi.
Una trattativa ti porta a un’altra e le urla, la musica alta, e il dolore della gente minano il tuo universo di disoccupati, mendicanti, parcheggiatori e lavoratori indipendenti con cui oggi trascorri la giornata risolvendo la tua realtà oggettiva.
Incontri amici del quartiere che, nonostante le illusioni di fine anno, ti ripetono: qui nulla è cambiato.
Ritorno con le borse e le preoccupazioni di tutto ciò che non ho potuto concludere. Non pretendo di essere un eroe, ma come un eroe devo sopportare i colpi degli avvenimenti quotidiani.
Sono le dieci del mattino e sono già sfinita, torno a casa e provo a scrivere quello che ieri ho lasciato a metà sul mio computer. C’è ancora caffè? Non ci posso credere. Non c’è caffè. Controllo il lavandino e vedo che ancora una volta l’idraulico mi ha truffato, la perdita continua. Con chi posso lamentarmi? Lamentarmi qui?
Bussano alla porta, vogliono disinfestare, ispezionare le cisterne e… anche, perché no, quella della tua vita privata. Chiedo loro di venire domani per poter finire il mio lavoro, è orario di lavoro, no? Minacciano di mettermi una multa se non li lascio entrare, le multe finiscono nel tuo dossier e i dossier a Cuba ingigantiscono i tuoi futuri demoni. Li lascio entrare, ispezionano, disinfestano, domandano, prendono nota, scherzano, chiedono, li saluto; e quando vado a chiudere la porta la vicina che ascolta dalla scala mi avverte che ieri mi ha pagato la luce, scendo di corsa riconoscente a restituirle il denaro.
Infine mi siedo al computer e quando sto riprendendo le idee lasciate inconcluse, squilla il telefono, si sente molto molto male. Una voce chiede di Castro. – Qui non vive nessun Castro, si sbaglia. Qui non vive nessuno con quel nome.
Il telefono squilla ancora. È una giornalista straniera che vuole sapere che ne penso della morte di Castro… la linea cade quando cerco di spiegarle che Fidel… Squillo e cade, squillo e cade la linea… non c’è modo di riuscire a spiegarle niente.
Stacco il telefono, chiudo le finestre, e mi siedo a scrivere allora di una realtà che mi mette alle strette e che, dominandomi, mi riporta a una grande verità:
La morte ormai non è la notizia, qui la vera notizia è essere vivo.












Wendy Guerra
(Habáname, 13 gennaio 2015)

Traduzione di Silvia Bertoli

Tassa di uscita da Cuba, nuove norme.





La tassa di uscita Cuba a partire dal 01 aprile 2015 dovrà essere pagata prima della partenza all'agenzia che emette il biglietto aereo per Cuba. Questa norma governativa è stata attuata direttamente dal governo Cubano.
Se la pratica solo volo per Cuba è prenotata direttamente con la compagnia aerea charter, la tariffa è di circa 22 euro, mentre con i maggiori tour operator Italiani la tariffa è di 25.99 euro. Nei casi in cui il biglietto sia stato emesso con volo di linea per Cuba, air france, aeroflot, air europa, condor lufthansa, la tassa di uscita è già inclusa nella tariffa del biglietto.

Il pagamento della tassa di uscita Cuba effettuato alla agenzia che emette la prenotazione per Cuba, è una buona soluzione per evitare file interminabili alla  ECASA (Empresa Cubana de Aeropuertos y Servicios Aeronáuticos S.A.) presso gli aeroporti Cubani.