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martedì 2 luglio 2013

Giovane svizzera investe poliziotto a Cuba. Inizia il suo incubo

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      Il presente post è purtroppo un'eventualità esistente nella legislazione cubana. Ogni persona colpevole e/o innocente che si trovasse di fronte ad un simile accaduto di gravità penale è obbligato a rimanere nell'isola a disposizione delle autorità per eventuale processo.       I tempi cubani sono i medesimi per la giustizia, quindi si può incorrere in   permanenza forzata anche per lungo periodo.

NIKI




 Zurighese bloccata da 128 giorni sull'isola: "Sono disperata, voglio tornare a casa"

ZURIGO- Vacanza non vuol dire per forza divertimento e relax. Almeno non per Sabrina (nome fittizio) che, a Cuba, ha visto la sua permanenza trasformarsi in un incubo. Questa giovane zurighese di 27 anni, infatti, è rimasta bloccata sull'isola per 128 giorni.
I fatti - Il 2 febbraio scorso la ragazza ha noleggiato, assieme ai suoi amici, un'auto per un giro per il Paese di tre settimane. Dopo soli cinque giorni di viaggio, però, Sabrina ha involontariamente fatto cadere un agente di polizia che stava guidando uno scooter. "Tutto è successo così in fretta. Non l'ho visto arrivare. Per fortuna non si è fatto male ", ha spiegato la ragazza sulle pagine del "Blick".
Dopo un controllo dei livelli dell'alcool nel sangue e un breve passaggio al primo posto di polizia, il gruppetto di ragazze ha potuto riprendere il loro viaggio. "Sono stata io a causare l'incidente. Questo è quello che ho detto agli agenti che hanno stilato il rapporto dell'incidente. Ho detto loro che mi dispiaceva", ha aggiunto Sabrina. Ma le scuse, evidentemente, non sono bastate. Finita la vacanza, giunte all'aeroporto de l'Avana, il 28 febbraio, pronte per tornare in Svizzera, le ragazze sono state fermate. "Un impiegato mi ha detto di aspettare", spiega la 27enne.
Poco dopo Sabrina scopre che l'agente investito aveva subito delle lesioni alla spina dorsale e aveva sporto denuncia contro di lei: "Ho cercato di pagargli 2.000 franchi a titolo di risarcimento, ma ha rifiutato!"
Da allora, la giovane di Dielsdorf (ZH) aspetta con ansia il suo processo: "Sono disperata e voglio tornare a casa. Presto finirò i soldi. La mia famiglia mi sostiene, ma comincia a diventare dura anche per loro".

ALLA RICERCA DELLA PILLOLA PERDUTA


 YOANI SANCHEZ,
Il pezzo di carta era stato lasciato sotto la porta, ma l’ha trovato solo l’altro giorno. La lista era scritta con uno stile rozzo, un’ortografia che scambiava “r” per “l” e alcune “b” per “v”. Ma è riuscito a comprendere il contenuto. Dieci pastiglie didiazepam costavano 10 pesos e lui doveva prenderne una al giorno, almeno per il prossimo mese. Non poteva fare a meno neppure del paracetamolo, quindi annotò un numero due accanto al nome del medicamento. Questa volta non gli serviva alcol, mentre aveva bisogno della Nistatina in crema. Suo figlio, inquieto per natura, necessitava di ansiolitici, quindi annotò un quantitativo sufficiente per diverse settimane. Era un commerciante fidato, non l’aveva mai truffato, tutte le medicine erano di buona qualità, alcune d’importazione. In alcuni casi aveva comprato da lui confezioni sigillate che recavano la dicitura “proibita la vendita, solo distribuzione gratuita”.
Il commercio di medicinali e altro materiale ospedaliero è in continua crescita. Uno stetoscopio sul mercato illegale costa il salario di due giornate lavorative; per comprare uno spray di Salbutamol per asmatici serve il guadagno di un intero giorno di lavoro. Le farmacie statali sono carenti di prodotti, ma i pazienti e i loro familiari non restano con le braccia incrociate. Un rotolo di cerotto costa circa 10 pesos in moneta nazionale, lo stesso prezzo di un termometro di vetro. Si deve scegliere tra infrangere la legge o continuare a misurare la febbre con la mano sulla fronte. Il pericolo, tuttavia, non consiste solo nella violazione di regole stabilite. In realtà molti clienti si medicano da soli o consumano pillole che nessun dottore ha prescritto. Il venditore clandestino non pretende che venga esibita una ricetta e non è interessato a sapere come il cliente userà pastiglie o sciroppi.
Nonostante le numerose operazioni di polizia contro il contrabbando di medicinali, il fenomeno sembra aumentare invece che ridursi. Nella zona avanera di Puentes Grandes una vecchia cartiera trasformata in deposito di farmaci, è l’emblema delle strategie e delle sconfitte governative sulla prevenzione del commercio illecito. La polizia è incapace di risolvere la situazione, perché la sottrazione di medicinali viene compiuta da magazzinieri, tecnici di farmacia, infermieri, dottori e persino direttori di ospedali. La domanda maggiore riguarda analgesici, antinfiammatori, antidepressivi, siringhe, cotone e creme contro i dolori. Il mercato illegale dei farmaci comporta anche adulterazione e contraffazione. Alcune pillole bianche, pagate trenta volte il loro valore ufficiale, possono risolvere un problema ma anche provocarne altri ben più gravi.


Traduzione di Gordiano Lupi

IL MISTERO DI MANGIARE A CUBA


 WENDY GUERRA
Mi preoccupa molto come e con quali mezzi i cubani ‘rimedino’ ogni giorno alla questione del cibo. Non è un segreto per nessuno che quello che la tessera di razionamento fornisce non è sufficiente a sfamarci, a darci nutrimento, a far sì che la nostra dieta sia bilanciata. Si sa, sono davvero pochi i prodotti che vengono distribuiti attraverso questo canale. Con gli stipendi di base è molto difficile comprare pesos convertibili (CUC), e senza questa moneta non è possibile accedere ai supermercati per acquistare gli alimenti necessari al fabbisogno giornaliero. Come si fa allora?
I mercatini rionali offrono diverse varietà di frutta e verdura e carne di maiale o montone. Ma tutti questi prodotti sono acquistabili con l’equivalente del peso cubano in CUC (24 pesos cubani per 1 CUC). Anche per il pane, il latte e il caffè è necessaria questa valuta.

Come si può fare per mangiare in modo equilibrato qui?
Entro al Supermercato Palco. È possibile che questi siano i prezzi giusti? Quattro cetrioli, di cui uno rotto: 1.70 CUC. Per fortuna nei mercatini ce ne sono di più economici.
Chi li stabilisce questi prezzi? Sarà vero che nei vari mercati o negozi dell’isola si applicano delle ‘maggiorazioni’ affinché gli stessi lavoratori ci possano ricavare qualcosa? Una cassiera guadagna più o meno 220 pesos cubani. Con quei soldi non potrà comprare gli stessi prodotti che vende durante la sua giornata di lavoro.
Passiamo al formaggio: un piccolo pezzetto di formaggio erborinato 21 CUC.
Tutto questo ha un perché. Da quando siamo bambini ci spiegano che il blocco, o embargo americano, provoca molti danni alle importazioni e accedere a determinati alimenti che, in circostanze diverse, sarebbe meno complicato coltivare, conservare o importare da un paese vicino ci costa il triplo.
Prendo in mano un dolcificante. Lo leggo: arriva dagli Stati Uniti. Com’è possibile? Come fa questo prodotto ad arrivare a Cuba nonostante il blocco?
Il popolo cubano mangia ogni giorno facendo le acrobazie tra lo stipendio e quello che riesce a ‘rimediare’ in modo illecito, tra le spedizioni famigliari e le collaborazioni con l’estero.
Oggi mangiare a Cuba racchiude una forte carica simbolica. A questa tavola si nascondono i segreti di un paese sommerso da diverse economie, che finiscono per sfidare il nostro antico precetto di lavorare per portare il pane in tavola.
L’arte di mangiare a Cuba è oggi un vero mistero.


traduzione di Silvia Bertoli.

SENZA PESI SULLA COSCIENZA


di Yoani Sánchez
da El Pais – 25 giugno 2013

A lei si è rotta un’unghia per l’agitazione. Domani dovrà tornare dalla manicure per farsi sistemare lo smalto e la bandierina inglese in miniatura che si era fatta dipingere. A lui in mezzo alla confusione si è scucita la camicetta, inoltre ha il corpo madido di sudore, come se gli avessero lanciato contro un secchio d’acqua. Non è una scena erotica, non si tratta di amore, ma di illegalità. Una coppia, sotto il sole di giugno, trasporta sabbia per finire di ristrutturare una cucina. Hanno rubato l’occorrente da un teatro in corso di restauro. Hanno girato intorno fino a quando il custode non si è addormentato dopo aver pranzato. Allora hanno riempito due borse, sufficienti per edificare un piccolo pianerottolo. Hanno costruito così la loro casetta, prendendo un po’ alla volta ciò che serviva, da un luogo o da un altro, sperando che nessuno si accorgesse che stavano sottraendo mattoni e mattonelle per il pavimento. La sua piccola abitazione è stata il risultato di un’attività predatoria, della tipica rapacità che tanti cubani manifestano nei confronti delle risorse statali. Prendere tutto quel che si può, portare via a quel potente padrone qualsiasi cosa, pensano… e subito passano a vie di fatto.
Tra i motivi per cui alcuni alcune costruzioni impiegano così tanto tempo per essere costruite o riparate non ci sono solo la negligenza e la mancanza d’efficienza. Il furto di cemento, acciaio e altri materiali per costruzione rallentano la realizzazione di molte opere pubbliche. In alcuni casi eclatanti, la quantità di risorse rubate ha moltiplicato per tre i preventivi dei costi di costruzione o restauro. I lavandini spariscono non appena vengono scaricati dal camion mentre le confezioni di vernice vengono riempite d’acqua per rivendere parte del prodotto sul mercato clandestino. Si narra persino di un hotel dove sono stati trafugati 36 impianti di aria condizionata, alcuni giorni prima dell’inaugurazione. Di fronte a così tanti furti, ogni oggetto o risorsa va sorvegliata con attenzione. Non solo. E’ necessario anche controllare chi è deputato all’attività di vigilanza.  
Molti occhi attendono solo un piccolo errore. Una mattina senza controlli comporterà la sottrazione di un’ingente quantità di calcina. Durante la vacanze estive, una scuola senza custode potrà perdere alcune finestre e diverse tazze del bagno. Le lampade scompaiono, gli interruttori elettrici vengono trafugati, il saccheggio riguarda le maniglie delle porte, i corrimano delle scale, le tubazioni e persino le tegole del tetto. Senza pesi sulla coscienza, né complessi di colpa da parte di chi compie i misfatti. Proprio come il povero nullatenente che ruba al padrone un pezzo della sua succulenta merenda quando quest’ultimo guarda fuori dalla finestra. Quasi tutti coloro che sottraggono materiali per costruzione di opere statali non provano alcun rimorso per ciò che fanno. Definiscono tale attività “recuperare”, “inventare”, lottare”, “sopravvivere”. Quando si fanno il bagno in una doccia costruita con piastrelle rubate, pensano sotto l’acqua che scorre: “quel che ti danno prendilo e quel che non ti danno… pure.”


Traduzione di Gordiano Lupi